Con il termine generico ‘nebbiogeno’ si Intende un dispositivo in grado di emettere una fitta coltre di nebbia a comando, per capirci meglio possiamo considerarlo una sorta di sirena che nel caso in cui venga allarmata, invece che suonare, è in grado di erogare una fitta nebbia.
Ciò significa che il nebbiogeno tradizionale non è altro che un appendice dell’impianto
d’allarme, in quanto non è in grado di rilevare autonomamente l’effrazione bensì deve esserci l’impianto d’allarme che la rileva e comunica di erogare la nebbia. (UFO è l’unico dispositivo antifurto a nebbiogeno che non deve essere collegato all’impianto d’allarme in quanto è in grado di rilevare il furto autonomamente).

La nebbia generata dal nebbiogeno è creata dalla vaporizzazione di un liquido composto principalmente da glicole alimentari, una sostanza assolutamente atossica utilizzata come base anche del liquido che tutti i giorni moltissime persone aspirano attraverso la sigaretta elettronica.
Lo scopo di questa nebbia è creare un vero e proprio muro davanti al ladro, impedendogli così di agire e rubare. Entrando in un locale protetto dal nebbiogeno ci si trova in pochissimi secondi immersi in una fittissima coltre di nebbia che impedisce di vedere a più di 10 centimetri di distanza, creando inoltre un forte senso di disorientamento.

Dai video degli ormai numerosi furti sventati si può notare come il malvivente, a prescindere dalla quantità di nebbia e dalla visibilità all’interno del locale, non appena vede uscire la nebbia scappa dal locale. E’ facile pensare che la velocità di erogazione e la densità della nebbia sono indispensabili nel giudicare un buon nebbiogeno.

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